2008, Pellegrinaggio in Siria

 

La mezzaluna fertile: così era definito il lungo arco di terra fertile fra Damasco-Aleppo-Babilonia, avendo per fonte di vita il fiume Oronte a ovest e l’Eufrate a est. Piena di fascino e di mistero al tempo stesso. Ricca di vita, di storia, di un passato che ad un credente cercatore non può che mettere i brividi al solo pensiero di quanto Dio abbia dissodato e fecondato quella terra. Ecco dove ci ha condotti il percorso che stiamo disegnando dentro la nostra comunità di San Giorgio in Quinto.

La nostra ultima avventura di pellegrini ci condusse ad Antiochia e in Siria lungo il fiume Eufrate dove sorsero le prime comunità cristiane e dove vennero scritte intense pagine di storia biblica. Due furono gli eventi che ci catturarono: la figura decisa e coerente dell'apostolo Paolo atterrato e reso all'impotenza da Gesù sulla via di Damasco, perché divenisse suo profeta e missionario coraggioso del suo misterioso progetto dentro la storia di quel tempo; il fiume Eufrate lungo il quale i nostri padri nella fede hanno conosciuto il volto paterno di Dio ed ebbero il coraggio di prendere le distanze da ogni altro idolo; hanno conosciuto la gioia di essere il popolo dell'alleanza, ma anche l'amarezza dell'esilio; hanno assaporato le pagine cariche di amore e di speranza dei profeti, dai quali però mai furono risparmiati quando il loro cuore si induriva o prendevano furbescamente le distanze dal Dio fedele per lasciarsi andare fra le braccia dei potenti di turno: fossero gli idoli o le persone che presumevano di sostituirsi a Dio. È affascinante e stimolante scoprire come da sempre il nostro Dio non si sia mai sottratto al rapporto dialogico con le sue creature e sempre abbia spinto l'uomo ad un legame personale più che rituale. Non solo: mai sottrasse il suo popolo alle vicende del tempo, lieti o tristi che fossero; sempre invece rivelò se stesso, il suo cuore, i suoi progetti la sua volontà a partire da quegli eventi che segnavano in profondità i semplici risvolti della vita di tutti i giorni.

Un po' di storia

La visita della Siria porta ad aprire un grosso volume di pagine di storia e di cultura, incluse fra lo strato attuale e quello "preistorico", che può considerarsi terminato verso il 3.000 a.C. Le aree siriane più ricche di testimonianze archeologiche sono corrispondenti al percorso della grande via, che con­giungeva la Mesopotamia (di Ninive e di Babilonia) con la Palestina e l'Egitto: l'arco -o "mezza luna crescente"- che risale l'Eufrate, fino all'altezza più o meno di Alep­po, per poi seguire in senso inverso la fertile valle del­l'Oronte e quindi passare per Damasco e discendere verso il Giordano, la Palestina e l'Egitto. Ma non è l’unica area storico-archeologica siriana. Nel deserto incluso dalla "mezzaluna crescente" sono da vedere le rovine imponenti di Palmira e di Sergiopoli. All'e­sterno del medesimo percorso sopraindicato, sarebbero da raggiungere come "siriane": Karkémish, Antiochia (ora in territorio turco), Ugarit (sulla sponda mediterranea), Baal­bek (nella valle Beka in Libano), Bosra e Shahba (verso Sud) ecc.

Sfogliando il volume della storia di Siria, alcuni grandi capitoli sono distinguibili: Quali sono dunque i principali capitoli di storia e di civiltà, ricostruiti attraverso le testimonianze reperite in terre siriana ?

La protostoria

Anzitutto di tre grandi centri politici e culturali che si succedettero come potenze economiche e politiche dell'area siriana:
MARI: 2.700 c.- 1.760: distrutta da Hammubi di Babilo­nia.
EBLA: (già da prima del 3.000) 2.340-1.550: distrutta da Naram Sin, di Akkad
UGARIT: 1.600-1.200 c.: distrutta da i "popoli del ma­re" (al tempo di Troia; e dell'arrivo dei Fenici, dei Filistei e di Israele in Canaam). Migliaia di documenti, scritti cuneiformi e di materiale archeologico furono trovati nei tre siti. In particolare, gli scavi di Ugarit fornirono interessanti contributi agli stu­di biblici.

PERIODO AMORREO E ARAMEO

fra il 1.100 e il 730 c. av.C. Damasco ne è il centro e la capitale. Siamo nella fase contemporanea alla organizzazione monarchica di Israele: pri­ma a Gerusalemme - con David e Salomo ne - poi in Samaria, quando per due secoli circa il popolo israelitico fu divi­so in due regni (930-722). Non poche pagine storico-profetiche della Bibbia interpretano le vicende comuni di Israele (specialmente quello di Samaria) e di Damasco-Siria (o Aramei) cf.1Re 20; 22; 2Re 5; 6-7; 16; Is.7; ecc.

Damasco (e Siria) con la Galilea vengono assoggettate da Tiglat-Pilezer di Assiria; nel 732: 2Re 15,29; Is. 8,21-9,4 (il popolo che camminava nelle tenebre...).

EPOCA ELLENISTICA

Fra il 333 e il 63 av.C. Sui precedenti strati di storia e cultura si inserisce quello ellenistico dei Seleucidi. Sedi archeologiche e storiche più celebri del tempo: Antiochia; Apamea; Berea (Aleppo); Epifània (Hama); Emesa (Homs); ecc. Della vicenda biblica parallela sono da richiamare soprattutto i due libri dei Maccabei.

EPOCA ROMANA (E BIZANTINA)

Fra il 63 av. C. (occupazione di Pompeo M.) e il VII secolo d.C. (sovrapporsi della civiltà arabo-islamica). Grande è lo sviluppo economico, culturale e religioso della Siria di questo periodo: da Damasco a tutte le città elleni­stiche precedenti; senza dimenticare in aggiunta: Baalbek (.sulla Bekaa), Doura Europos (sull'Eufrate), Shaba (Philippopolis) e Bosra (a Sud), Banias (o Cesarea di Filippo), ecc.

Paralleli -e parzialmente autonomi, rispetto allo strato romano di Siria sono due fenomeni culturali: quello dei Nabatei, per il commercio Nord-Sud, con riferimento a Damasco, Bosra, ecc; e quello dei Palmireni, per il commercio Est-Ovest.

LA SIRIA ARABO-ISLAMICA

Dal 636 (battaglia dello Yarmuk affluente del Giordano, che ora fa da confine fra Giordania e Golam) l'Islam arabo ha il sopravvento sull'impero bizantino cristiano. Damasco diviene capitale dell’impero “omayyade”.

L'arrivo dei turchi e dei loro "sultanati", sovrappostisi tanto ai bizantini quanta agli arabo-islamici di Siria e Palestina, mette in moto le "crociate" d'Europa: anche in Siria (cf. fra l'al­tro, il "Krak dei Cavalieri").

La ripresa della dominazione islamica - dopo la parentesi dei Crociati (sec.XIII) - si ha con sovrani Mamelucchi prima e poi con quelli Ottomani, fino al 1918.

Dopo un periodo non pacifico di “protettorato" francese, nasce nel 1946 lo Stato Siriano.

La Bibbia della Siria

Non poche pagine della Bibbia hanno per riferimento - di contesto storico, o di origine - la terra di Siria.

Terra di transito dei patriarchi ebrei

Fra la regione di Har­ram (attualmente dentro al confine turco, e Nord della Siria) e il Canaam ("terra promessa" da Dio, appunto ai patriarchi): Gen.12,1-6; 24; 28-30.

Durante il periodo monarchico di Israele in “Terra promessa”

(fra il 970 e 587 av.C.): la Siria si presenta -anche per gli echi reperibili nelle pagine bibliche- con due caratteristiche: terra di transito e di scontro: sia per le potenze mesopotamiche di Assiria (Ninive) e di Babilonia, sia per i Faraoni d'Egitto- area di presenza di "regni" minori locali.

I riferimenti biblici a questo periodo storico sono da cercare nei libri di 1-2 Re. Di singoli avvenimenti in zona siriana hanno rievocazioni interpretative anche i profeti contemporanei ai fatti stessi. Alcuni episodi:

- battaglia di Qarqar, sull'Oronte (vicino ad Hama) dell'853 av.C. tra Salmanasar III di Assiria e la "coalizione antiassira" di Damasco (re Adad), di Samaria (re Acab) e di Camat (=Hama). Una stele in Assiria celebra la vittoria di Salmanar.

- Battaglie di Kàrkemish, sull'Eufrate (circa 100 Km. a Nord di Aleppo) del 605: tra Nabukodonosor di Babilonia e il faraone Nekao d'Egitto, per il predominio sulla Siria, dopo la fine dell'egemonia assira. Vedere: 2Cr.35,20; Ger.46,2-12;

- A Ribla (oggi Rableh, a monte di Homs) sull'Oronte due drammatici episodi riferiti nella Bibbia, circa i re di Giuda:

(a) Nekao d'Egitto (prima dello scontro di Kàrkémish) aveva fissato a Ribla il suo quartier generale. Nel 609 vi fa condurre prigioniero il neo-eletto re di Giuda Joacaz, succeduto al padre Giosia sul trono di Gerusalemme: Ger.22, 10-12; 2Re 23,31-34;

(b) Nabukodonosor situa a Ribla il suoquartier generale, mentre viene assediata e distrutta Gerusalemme. Nel 587 vi è tradotto prigioniero, conil seguito di figli e dei suoi maggiorenti, Sedecia!

La via verso l'esilio

Per il popolo ebraico passa attraverso la Siria di Damasco, della valle dell'Oronte, di Aleppo e dell’Eufrate. Oltre questo grande fiume biblico sta il duplice esilio di Israele l’inizio della sua “diaspora”: verso l’Assiria per le genti di Galilea e di Samaria; verso Babilonia per quelli di Giuda. Ebbene, oltre l'Eufrate sono da collocare -per redazione, o per riferimento tematico- non pochi scritti biblici:

(1) Sia della Torà: la compilazione probabile del testo definitivo del Pen­tateuco (da parte dello "scriba" Esdra, e del suo grup­po); la stesura del "testo Sacerdotale" nel medesimo Penta­teuco;

(2) Sia tra gli Scritti Profetici: certe pagine di Geremia: Ger.13,1-11; 29; Naum (su Ninive); il grande Ezechiele; il 2° Isaia (Is.40-55) Giona (su Ninive!).

(3) Sia riguardo ai Sapienziali: Daniele, Tobia, Ester, Salmi: Sal.126; 137

C'è infine un settore della Bibbia cristiana

(Nuovo Testamento), che ha per riferimento la Siria: in quei cento anni circa, che vanno dalla nascita di Gesù a Betlemme fino al "pe­riodo apostolico" della primitiva cristianità. Gli strati siriaci:

- un primo orientamento viene da Lc.3,1: siamo verso il 27 d.C Luca ci informa che all'arrivo del Battista (e poi di Gesù) sulle rive del Giordano:

(a) Erode "Filippo”, - fratello di Erode Antipa, tetrarca del­la Galilea - era tetrarca dell'Iturea e della Traconiti­de" e di altre regioni attorno al Monte Ermon e a Sud di Damasco: Galaunitide-Golan, Batanea e Auranitide=Hauran). Capitale di questa tetrarchia è Cesarea a di Filippo.

(b) "Lisania è invece tetrarca dell'Abilene". Abila è a 40 Km. A Ovest di Damasco (ora, Abil al Suq) sul fiume Bàrada. Nel 28 d.C., tale regno è occupato dai Romani.

- Mc.6,30-8,30 e Mt.14,13-16,30 rievocano parallelamen­te il periodo che Gesù passò fuori Galilea (in esilio ?), dedicandosi alla formazione dei Dodici. Si richiamano: moltiplicazione dei pani (anche per i 4.000, con sette canestri di pane avanzato); guarigione della figlia di una "sirofenicia"; riconoscimento di Gesù Messia in area di Cesarea di Filippo.

- E’ noto lo strato siriano degli Atti: quello con riferimento a quel gruppo di "ellenisti" divenuti cristiani, che pur avendo origine a Gerusalemme, si incontra ben presto in Damasco e in Antiochia. Tra loro si hanno i primi martiri. Entro a queste chiese siriane "elleniste" di Damasco e Antiochia viene a tro­varsi - chiamato del Signore - Saulo di Tarso. E da tale ambiente cristiano prende origine la missione nel mondo greco-romano. Vedere: Gal.1-2; Atti 6-12; 13-20.

- Il Vangelo secondo Matteo infine ha per contesto di redazione e per destinatarie le comunità cristiane di Siria. Ne sono indicazione: la frequente conferma biblica (dall'A.T.) cercata per presentare le novità di Gesù, dal momento che i cristiani erano a stretto contatto con l'ambiente ebraico (numeroso in Siria). Numerose sono pure le allusioni a città (26 volte) in Matteo, come allora si aveva in Siria. Si intravvedono ancora nel primo vangelo i temi di: rapporto fra Antico e Nuova Testamento; persecuzione; perdono; ecc.­

N.B.: La Siria cristiana post-biblica è segnata dalla memoria di:
- chiese domestiche ("domus ecclesiae");
- un numero considerevole di martiri;
- presenze di monachesimo, di varie forme, compresi quello degli "stiliti";
- le missioni: quelle per esempio dei "missionari nestoriani" in Cina VI - VIII

La Siria: una storia di salvezza accanto al popolo di Dio

Siria: è il nome greco-ellenistico di una regione a Nord-Est della Palestina, che nel mondo biblico ebraico era detta Aram. Per circa 145 volte l'Antico Testamento fa riferimento ad Aram e agli Aramei. Quanti significati assunse quel nome rispetto a quello di Israele! Quanto spesso Damasco -la Bibbia nomina per 67 volte questa cíttà capitale della Siria- rappresentò la resistenza e l’opposizione alla permanenza del popolo di Dio e soprattutto alla fede nel Signore suo Dio!

Oggi, il territorio siriano -almeno nella sua delimitazione attuale - offre una possibile carta geografica biblica assai ricca di località e di ipotetici pellegrinaggi, avendo fra le mani la Bibbia come guida e come strumento di ascolto di quel Dio, che un tempo parlò proprio rivolgendosi a tali luoghi o da essi. Potremmo ricordare: Damasco, la regione meridionale di Basan, Hamat, Tadmor (= Palmira), Karkemish, Kalno, etc…

Gli scavi archeologici hanno messo in luce diverse civiltà presenti nella regione siriana, precedenti e connesse con il mondo biblico: pagine di storia umana che introducono alla storia della Salvezza, o che in qualche modo la richiedono e mostrano di attenderla. Ricordiamo soprattutto: Ugarit (Ras Shamra) sul mediterraneo; Mari sul fiume Eufrate, Ebla (Tel Mardik) a nord di Damasco verso Aleppo…

Antiche pagine bibliche

Più lontano dei tempi di Abramo, quando il mondo si popolava di nuovo, dopo la devastazione del diluvio, la Bibbia colloca l'origine del popolo degli aramei, gli abitanti della regione intorno a Damasco: “I figli di Sem sono: Elam, Assur, Arpacsad, Lud e Aram” (Gen. 10,22). Che è come dire: le popolazioni della Mesopotamia e quelle della Siria sono tutte collegate fra loro e hanno per capostipite Sem, sono Semiti.

“Arameo errante” - delle regioni fra i due fiumi Tigri ed Eufrate - era lo stesso Abramo o Giacobbe: così gli israeliti confessavano più tardi la loro origine (Dt 26,5).

> Og re di Basan

La parte meridionale dell’attuale regione siriana, quella fra il monte Hermon e il fiume Yarmuk, quindi a oriente della valle del Giordano e del lago di Tiberiade, costituì per lungo tempo una entità etnica indipendente rispetto a Israele e chiaramente nemica di esso.

Altipiano fertile di boschi e pascoli, assegnato alle tribù transgiordaniche di Manasse e di Gad (Giosuè 13, 11-12), il Basan non figura mai concretamente come terra di storia della salvezza, anche se quel nome ricorre spesso (circa 70 volte) nella Bibbia. Un ricordo fra tutti ritorna ripetutamente attraverso l'Antico testamento: Og re di Basan è stato sconfitto dal popolo di Dio. “L'unico superstite dei Refain” al tempo di Mosé: un gigante, secondo il Deuteronomio (3,11). Il suo letto è lungo nove cubici, secondo il cubito di un uomo: una “ Tomba” dunque di circa 4 metri!

Ebbene, dopo aver sconfitto Sicon re degli Amorrei, Mosé vinse pure Og, re di Basan. Eccone il resoconto biblico forse più antico: “Gli israeliti... salirono lungo la strada verso Basan. Og, re di Basan, uscì contro di loro con tutta la sua gente per dare loro battaglia. Ma il Signore disse a Mosé: “Non lo temere, perché io te lo dò in potere, lui tutta la sua gente e il suo paese; trattalo come hai trattato Sicon re degli amorrei che abitava a Chesbon”. Gli israeliti batterono lui, con i suoi figli con tutto il suo popolo così che non gli rimase più superstite alcuno e si impadronirono del suo paese” (Numeri 21, 33-35).

Spesso Israele celebrerà questa vittoria come vittorie di Dio, come sconfitta di colui e di coloro che si ergono presuntuosi e giganti contro il Signore. Così il salmo 136,17-22: “Percosse grandi sovrani, perché eterna è la sua misericordia; uccise re potenti...Seon (Sicon) re degli Amorrei…Og re di Basan… diede in eredità il loro paese... in eredità ad Israele suo servo: perché eterna è la sua misericordia”.

> Naaman, il lebbroso di Damasco

Fra i ricordi tramandati probabilmente dai discepoli del profeta Eliseo,una specie di “fioretti” di Eliseo, una lunga pagina è riservata a Naaman, “capo dell'esercito del re di Aram”. Il racconto occupa l'intero capitolo cinque del secondo libro dei Re. Naaman “era un personaggio autorevole presso il suo signore e stimato... ma questo uomo era lebbroso”.

Il racconto si sviluppa lineare e vivace: Naaman viene a sapere di Eliseo che può guarire dalla lebbra. Dopo alcune peripezie il personaggio autorevole di Damasco giunge alla casa di Eliseo. Nessun rito solenne, solo un comando, apparentemente illogico: “Và bagnati sette volte nel Giordano: la tua carne tornerà sana e tu sarai guarito”. La parola del profeta di Dio ottiene la guarigione, non appena Naaman ubbidisce. Un momento culminante della racconto è raggiunto dalla confessione di Naaman: “Ebbene, ora so che non c'è Dio su tutta la terra se non in Israele”.

Eliseo non accetta il condono della guarigione ottenuta da Dio. E Dio infatti che guarisce: la gratuità fa parte dell'azione del Dio di Israele e dei suoi profeti autentici. Anzi, Giezi, “il servo dell'uomo di Dio e Eliseo”, che approfittò per ottenere regali personali da Naaman, “ si allontanò da Eliseo, bianco come la neve per la lebbra”! Più di otto secoli dopo, Gesù accosterà il gesto di Eliseo al suo programma di intervento nella storia umana: ”C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo, ma nessuno di loro fu risanato se non Naaman, il Siro” (Luca 4,27).

> Damasco, capitale di Aram

L’ultimo secolo circa della storia del regno di Israele -dai tempi di Elia e di Eliseo alla caduta della città e del regno di Samaria (722)- è spesso segnato da avvenimenti legati a Damasco e alla sua storia. Potremmo dire che due motivi mettono a contatto i due mondi, quello arameo e quello israelitico:

- L'affermazione di dominio territoriale dell'uno rispetto all'altro, attraverso guerre e razzie reciproche;

- La difesa dei due regni rispetto ad un comune nemico potente, l’Assiria, attraverso confederazioni e alleanze antiassire.

La Bibbia rievoca più volte tali eventi nei libri dei Re. Ma sono soprattutto i profeti del tempo che offrono il senso profondo della storia di Damasco.

Secondo Amos (1, 3-5) il Signore interverrà duramente contro Damasco perché città violenta e disobbediente al piano di Dio. Isaia interviene con un giudizio amaro contro Damasco e Samaria, al tempo della “lega siro-efraimitica”. Nel 734 a C. le due capitali cercavano di piegare Gerusalemme dalla loro parte contro il re di Assiria. Acaz re di Gerusalemme, ha paura di un'invasione: non intende infatti mettersi a fianco dei due alleati. Il profeta Isaia vede in tutto ciò un gioco di potere e di violenza, una cronaca fatta da uomini, non una storia vissuta nella fede e secondo il piano di Dio. Mandato dal Signore, Isaia tenta di tranquillizzare Acaz: “Fa' attenzione e stai tranquillo, non temere e il tuo cuore non si abbatta per quei due avanzi di tizzoni fumosi... poiché hanno tramato il male contro di te dicendo: saliamo contro Giuda, e vi metteremo come re il figlio di Tabeel… così dice il Signore Iddio: ciò non avverrà e non sarà!” (Isaia 7,4-7).

Acaz, non meno del re di Samaria e di quello di Damasco, non crede nella parola di Isaia. Il profeta allora annuncia un segno futuro da parte di Dio, ancora più straordinario della salvezza insperata dall'assedio delle aree di Samaria e Damasco: una vergine concepirà e darà alla luce un figlio! In quel tempo, i regni così potenti e presuntuosi che ora minacciano Gerusalemme saranno scomparsi.

Ancora un oracolo Isaiano: “Ecco, Damasco sarà eliminata dal numero delle città, diverrà un cumulo di rovine. Le sue borgate saranno abbandonate per sempre; saranno pascoli dei greggi che vi riposeranno senza esserne scacciati. A Efraim sarà tolta la cittadella, a Damasco la sovranità. Al resto degli Aramei toccherà la stessa sorte della gloria degli israeliti, oracolo del Signore degli eserciti” (17,1-3). Damasco cadde in mano degli Assiri e la stessa sorte toccò a breve distanza anche a Samaria!

La storia non cammina secondo i progetti ambiziosi degli uomini, bensì al ritmo della Parola di Dio: tale il senso profondo della vicenda di Damasco alla luce del messaggio del profeta Isaia.

> Al tempo di Gesù e della Chiesa

Nei secoli precedenti al cristianesimo il territorio di Damasco e di Aram (Siria) è ancora presente nella Bibbia. Quando il popolo di Dio viene deportato in esilio, la strada verso la dispersione passerà attraverso le città aramee. Anzi, stando a Isaia 11,11 anche ad Hamat (città non lontana da Damasco) una colonna di deportati da Gerusalemme troverà la sua terra di esilio. Secoli più tardi, sarà costretto alla fuga nei territori non ebraici verso Damasco anche Gesù: dalle parti di Cesarea di Filippo, nelle regioni circostanti al Monte Ermon, Gesù di Nazaret visse per un certo tempo con il gruppo dei Dodici.

E lì Gesù formulò, con quel “resto di Israele”, il suo progetto di nuovo popolo di Dio. Lassù Pietro -anche a nome dei Dodici- dichiarò a Gesù che era lui il Messia. E’ a Pietro che Gesù assegnava allora il nome e il ruolo di fondamento e guida della futura comunità. Quando ormai sul Calvario a Gerusalemme Gesù è stato crocifisso e, tre giorni dopo, la comunità dei discepoli di Gesù prenderà ben presto le vie dell'annuncio evangelico a tutti gli uomini, due città della Siria diverranno ben prestoimportanti: Damasco e Antiochia.

Quest'ultima (che oggi non appartiene più al territorio siriano) quale nuova Gerusalemme e quale Chiesa madre delle missioni di Paolo nel mondo ellenistico… E prima di Antiochia, Damasco: qui nacque alla fede e all'apostolato Paolo di Tarso (Atti 9). Qui si incontrò personalmente con il Signore Gesù. Qui in casa di Anania, venne iniziato al credo e all’ esperienza cristiana.