I detenuti del carcere di Treviso scrivono alla Diocesi

In questo Giubileo, il cappellano del carcere, gli altri membri della cappellania e i volontari di Comunione e liberazione e dell’associazione "La Prima Pietra" hanno proposto, ai detenuti disponibili al confronto, un’occasione di riflessione comune su cosa possa significare vivere un Giubileo dentro un carcere, e come ciascuno, a partire dalla propria condizione, possa mettersi in cammino verso una conversione possibile.
Il percorso si è sviluppato a partire da alcune domande semplici e profonde:
- Cosa significa per noi, oggi, metterci in ascolto dello Spirito?
- Qual è il “lieto annuncio” che ci è rivolto?
- Cosa vuol dire, davvero, essere liberi?
A queste si sono aggiunte parole-chiave da meditare personalmente: libertà, opportunità, fiducia, coraggio, cambiamento.
Ne è nata una lettera scritta dalla “Chiesa che vive in carcere”, alla Chiesa diocesana tutta.